La struttura del capello

Struttura del capello

Il follicolo pilo sebaceo nel suo complesso è formato dal fusto, dalla ghiandola sebacea, dal muscolo erettore del pelo, dal bulbo con la papilla pilifera, dalle guaine epiteliali interna e esterna  e dalla guaina connettivale.

In sezione longitudinale il follicolo è diviso in una parte superiore che parte dall’ostio follicolare (punto in cui esce il capello dalla cute) fino all’inserzione del muscolo pilo erettore. La parte inferiore parte dall’inserzione del muscolo erettore del pelo fino al bulbo.

La membrana epiteliale esterna a livello dell’inserzione del muscolo erettore del pelo presenta un rigonfiamento detto area del bulge deputata alla zona di formazione delle cellule staminali e quindi fondamentale per la produzione di cellule della matrice, cellule capaci di dare origine al pelo.

Alcuni studi hanno confermato come nella calvizie comune sia presente spesso una infiammazione perifollicolare alta che potrebbe interessare anche le cellule germinative del bulge e quindi influire in maniera negativa sulla crescita del capello.

A livello dell’infundibulo è presente numerosa flora microbica: Demodex folliculorum, Pityrosporum orbicolare, Staphilococcus epidermis, Proponiobacterum acnes. Nella parte inferiore del follicolo si trova il bulbo pilifero che contiene alla base le cellule della la matrice deputate alla formazione del capello. Il bulbo ingloba la papilla dermica, struttura connettivale ricca di terminazioni nervose che ha la funzione di far iniziare e regolare il ciclo del capello.

Le cellule della matrice sono le uniche ad avere una attività germinativa, tagliare i capelli corti per rinforzarli non può essere utile perché sono costituiti da cellule cheratinizzate non vitali. Al di sopra delle cellule della matrice sono presenti numerosi melanociti che hanno il compito di colorare le cellule corticali.

I peli si dividono in:

Peli del vello, peli piccoli con un diametro inferiore ai 40 micron e senza midollo, presenti su tutte le parti del corpo (tranne nel palmo della mano e nella pianta del piede) Peli terminali presenti solo in alcune sedi (cuoio capelluto, ascelle, pube, barba).

Il fusto del capello consta di uno strato  più esterno, la cuticola, costituito da 5-6 strati di cellule trasparenti disposte a tegola con il margine libero rivolto verso la superficie.Costituiscono la protezione della struttura e da esse dipende la lucentezza del capello: se sono ben aderenti allo strato sottostante e non presentano lesioni il capello sarà lucido e compatto, altrimenti il capello caduto si presenta opaco e piatto.

Lo strato intermedio, la corteccia, è formato da cellule più grosse di forma affusolata, disposte verticalmente in file parallele contenenti granuli di melanina che danno il colore al capello. Il danno a questo strato provoca fragilità al capello che tende a spezzarsi e a dividersi longitudinalmente.

Copyright Andrea Fantini©

La struttura della corteccia è formata principalmente da fibre cheratiniche immerse in una sostanza amorfa costituita da tre tipi di proteine non fibrose. Le eccezionali capacità di forza, resistenza ed elasticità del capello sono dovute proprio alla complessa organizzazione della struttura ad elica della Cheratina (struttura quaternaria e terziaria) e della cheratina amorfa non filamentosa che funge da substrato. E’ stato calcolato che il carico di rottura di un capello è di 12kg/mm2 e risulta superiore di alcuni metalli come ad esempio l’alluminio. 100 mila capelli in teoria potrebbero resistere a 5 tonnellate (il peso per spezzare un capello singolo varia tra i 50 e i 100 grammi)

Gli aminoacidi presenti nella cheratina sono 18, i più rappresentati sono la cisteina, la cistina, la serina, l’acido glutammico, la treonina, la glicina, la leucina, la valina.

Glicina, alanina, valina, leucina, isoleucina, fenilalanina, prolina, serina, treonina, tirosina, acido aspartico, acido glutammico, arginina, lisina, istidina, triptofano, cistina, metionina.

La cistina e la metionina sono i due aminoacidi con maggior quantità di zolfo.

Il midollo, la parte più interna del capello, è costituito da cellule arrotondate disposte a colonna e con presenza di aria al loro interno (nel pelo dei mammiferi il midollo costituisce la maggior parte dello spessore del fusto e la presenza di aria permette un isolamento termico atto a proteggere dal freddo).

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Dermatite seborroica, forfora e capelli grassi, nemici di una chioma splendente

Dermatite seborroica, forfora e capelli grassi, nemici di una chioma splendente

Dermatite seborroica

La dermatite seborroica è un’affezione che si sviluppa, nei soggetti predisposti geneticamente, in concomitanza con lo stress, il clima umido, l’alcolismo e l’assunzione di cibi ricchi di grassi saturi. Contrariamente a quanto spesso si legge, però, non è che mangiando grassi questi si depositino sul cuoio capelluto rendendolo untuoso! I grassi sono precursori di ormoni locali che stimolano, diciamo così, l’infiammazione, la vasodilatazione o la vasocostrizione, e quindi anche il buon funzionamento della ghiandola sebacea. Più frequente nel sesso maschile, la dermatite seborroica provoca untuosità, capelli e cute grassa, a volte con forfora e piccole lesioni eritematose.

Il grasso e l’untuosità del cuoio capelluto diventano terreno fertile per la proliferazione di microrganismi a loro volta mediatori dell’infiammazione. È per questo motivo che la dermatite seborroica può peggiorare la calvizie, anche se i due fenomeni non sono per forza associati.

La dermatite seborroica si cura con degli shampoo medicati antifungini, su indicazione del dermatologo.

Forfora e capelli grassi

La seborrea e i capelli grassi si differenziano dalla vera e propria dermatite seborroica perché in questo caso non si manifesta eritema e infiammazione. I capelli e il cuoio capelluto si presentano untuosi e difficili da pettinare. Negli ultimi anni la presenza di shampoo per lavaggi frequenti con tensioattivi meno aggressivi ha permesso di affrontare e risolvere più facilmente questo problema.

La forfora consiste in una desquamazione eccessiva delle cellule della cute, con aumento del turnover riproduttivo, il che provoca un eccesso di strati cutanei con formazione delle classiche squame biancastre, le quali possono essere grasse o secche e in parte adese alla cute.

La desquamazione della cute può essere provocata dalla dermatite seborroica, da shampoo troppo aggressivi, dallo stress eccessivo, dall’applicazione non corretta di tinture o dal cloro delle piscine. Anche in questo caso l’utilizzo di shampoo antifungini, abbinato a shampoo per lavaggi frequenti, potrà essere una strategia vincente.

Consigli per contrastare forfora e seborrea

  • Lavare spesso i capelli con shampoo per lavaggi frequenti alternati eventualmente a shampoo medicati antiseborroici (una sola applicazione).
  • Per la forfora secca può essere anche utile utilizzare shampoo con sostanze idratanti ed emollienti.
  • Evitare l’utilizzo di shampoo troppo aggressivi, cosmetici inadeguati, sostanze inquinanti ed esposizioni eccessive ai raggi ultravioletti.
  • Non asciugare i capelli con aria troppo calda.
  • Non abusare di alcol.
  • Evitare un’alimentazione troppo ricca di grassi e fritti, cioccolato e nocciole.
  • Consumare maggiori quantità di pesce “grasso” (sgombro, tonno, merluzzo ecc.) ricco di omega 3.
  • Bere tè verde.
  • Consumare molta frutta e verdura di stagione.
  • Controllare lo stress con meditazione e attività fisica.
  • Evitare l’uso eccessivo di gel e gommine

Tratto da: Fabrizio Fantini, Prevenire e contrastare la caduta dei capelli

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Ginseng, stress e ricrescita dei capelli

Ginseng, stress e ricrescita dei capelli

Il Ginseng è una delle piante asiatiche più apprezzate sia per l’efficacia che per la tollerabilità. La radice di questa pianta presenta una singolare conformazione che ricorda la figura umana ed è per questo che viene anche detta “radice d’uomo”.

Il Ginseng è considerata la sostanza “adattogena” per eccellenza, in quanto ha una attività armonizzante sul sistema nervoso e endocrino. Numerosi studi di ricercatori russi e tedeschi hanno dimostrato che è in grado di aumentare le difese dell’organismo amplificando la risposta nei confronti dello stress fisico e mentale.

I componenti principali sono delle saponine, i ginsenoidi, che hanno una struttura ormono-simile. Alcuni di questi Ginsenoidi (Rg1) agiscono sull’asse ipotalamo-ipofisi-surreni, modulando il sistema che regola lo stress. In questo modo gli ormoni dello stress vengono stimolati con l’intensità giusta e al momento opportuno con un riequilibrio successivo delle loro concentrazioni nel sangue.

Il ginseng è anche un efficace antiastenico fisico e psichico, ha un’azione sull’abbassamento del colesterolo e dei trigliceridi, aumenta le difese immunitarie. È stata riscontrata anche un’azione rivitalizzante sull’epidermide, migliorando la microcircolazione cutanea. Alcuni fitosteroli presenti nella sua composizione gli conferiscono anche un’attività estrogeno-simile.

Il ginseng può essere utilizzato come antistress occasionale per qualche giorno oppure per un periodo di un mese. Va utilizzato l’estratto secco standardizzato in ginsenoidi al 10/15% con dosaggi che variano tra gli 160 e i 240 mg al giorno. Il ginseng è stato annoverato dal Ministero della salute americano (FDA) tra le piante medicinali considerate sicure.

Deve essere evitata l’assunzione in soggetti con ipertensione, nervosi e iper-reattivi. Non deve essere utilizzato da bambini al di sotto dei 12 anni e durante la gravidanza. È meglio non somministrarlo in corso di terapia con anticoagulanti (Warfarin) o antidepressivi. Non utilizzarlo se si è affetti da una malattia e in questo caso sarà meglio consigliarsi con il medico curante.

Il ginseng può essere utilizzato come antistress occasionale per qualche giorno oppure per un periodo di un mese. Va utilizzato l’estratto secco standardizzato in ginsenoidi al 10/15% con dosaggi che variano tra gli 160 e i 240 mg al giorno.

Ginseng rosso coreano

Il Ginseg rosso coreano, oltre che essere una sostanza adattogena e quindi modulare gli ormoni dello stress prodotti dalle ghiandole surrenali ha dimostrato di essere utile per la salute dei capelli. Gli studi in vitro sono stati effettuati su cellule follicolari umane (Li Zi e altri, 2013).

Il ginseng rosso coreano ha dimostrato di riattivare la fase anagen agendo sulla inibizione della 5 alfa reduttasi, ma le sue proprietà anticaduta non si fermano a questo meccanismo: i suoi principi attivi (Ginsenoide Rb1 e RGE) sono in grado di attivare il fattore p53, un marcatore collegato al controllo della proliferazione delle cellule progenitrici dei cheratinociti della matrice e della guaina periferica esterna.

Tratto da “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli

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Capsaicina e Curcuma longa, ricette “anticalvizie”

Capsaicina e Curcuma longa, ricette “anticalvizie”

La capsaicina (peperoncino) e la Curcuma longa hanno dimostrato di essere potenzialmente utili per contrastare la calvizie comune e l’infiammazione spesso a essa associata. Il follicolo pilifero è una struttura molto complessa in cui il controllo metabolico, endocrino e ormonale a livello cellulare deve funzionare perfettamente.  Il follicolo presenta anche una complessa innervazione.

In condizioni di stress e infiammazione queste terminazioni nervose producono sostanze mediatrici dell’infiammazione come la sostanza P, la neurochinina A, l’NGF, il CGRP. Una condizione di squilibrio provoca una desensibilizzazione di queste fibre nervose e di conseguenza un non perfetto equilibrio della fisiologia del follicolo pilifero e della fase catagen. Alcuni autori affermano che la capsaicina, il componente attivo del peperoncino, è in grado di riattivare i neuroni sensoriali della pelle e agire sul riequilibrio del ciclo del capello, mentre la curcumina associata al resveratrolo svolge un’azione antinfiammatoria, antiossidante e di inibizione dell’aggregazione piastrinica.

Le ricette “anticalvizie”, Puoi trovare le sostanze naturali utili per la salute dei capelli da pagina 162 a pagina 190 del libro “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli”, Tecniche nuove edizioni e da “Capelli sani” Punto d’Incontro Edizioni

Bavette piccanti con moscardini e sugo al pomodoro

Piatto semplice e gustoso, ricco di capsaicina, licopene, antiossidanti e vitamina C, Indice glicemico medio

Ingredienti:

400 gr di bavette,

320 di moscardini, un peperoncino,

150 gr di salsa di pomodoro,

100 gr di olive nere snocciolate,

olio extra vergine di oliva, aglio, sale e pepe

Rosolare due spicchi d’aglio insieme al peperoncino in una teglia capiente. Tagliare a metà i moscardini e cuocerli insieme al peperoncino e all’aglio. Aggiungere la salsa di pomodoro e le olive snocciolate e continuare la cottura per qualche minuto. Nel mentre cuocere le bavette, scolare e mescolare per un minuto a fiamma bassa con la salsa di moscardini e pomodoro.

Se desideri che il piatto abbia un indice glicemico più basso, sostituisci le bavette con spaghetti integrali cotti al dente

                                                                                                           

Merluzzo al forno con Curry, patate al selenio e germogli di soia

Piatto magro e gustoso, con pochissimi grassi saturi, ricco di ami- noacidi essenziali, carnitina, omega 3 (EPA, DHA e acido linolenico), vitamine B3 e D, selenio e indice glicemico medio-basso

Ingredienti:

−   600 grammi di filetti di merluzzo

−   mezza tazza di pane grattugiato

−   6 mandorle tritate

−   patate al selenio

−   200 g di germogli di soia

−   3 cucchiai di pasta al curry

−   olio extravergine d’oliva

−   sale e pepe.

Preparazione:

Preparare le fette di merluzzo in una larga pirofila dopo averle spen- nellate con olio extravergine. Nel mentre, scaldare a 200°C il forno e preparare la miscela di mandorle, pane, curry, sale e pepe. Dopo aver ricoperto le fette  di merluzzo con questi ingredienti,  aggiungere le patate  a tocchetti  e cuocere per 30-40 minuti, fino a doratura. Ad avvenuta cottura, aggiungere i germogli di soia.

Tratto da“Prevenire e Contrastare la Caduta dei Capelli” 300 pagine a colori, Tecniche Nuove Edizioni-tutti i diritti riservati

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Oli essenziali e capelli

Oli essenziali e capelli

Gli oli essenziali si estraggono dalla distillazione o spremitura di alcune piante medicinali che permettono un’alta concentrazione dei principi attivi. La caratteristica principale degli oli essenziali è che sono unici e non riproducibili in laboratorio, in quanto le piante devono essere raccolte in determinati periodi dell’anno e l’azione specifica della specie botanica dipende quindi dal suo “momento balsamico”.

Oltretutto, gli oli essenziali sono costituiti da più principi attivi con un’azione fitoterapica sinergica. L’azione degli oli essenziali è duplice: farmacologica e “psicologica”, perché stimola i centri dell’olfatto del nostro cervello. Utilizzando più oli essenziali insieme l’azione terapeutica e di beneficio si potenzia.

L’azione degli oli essenziali può essere antibatterica, antifungina, cicatrizzante, antinfiammatoria, analgesica nelle forme di tricodinia e di stimolazione del microcircolo emolinfatico

Un libro sui capelli e sulla calvizie dedicato agli utenti. Una capacità; di scrittura invidiabile. Un linguaggio semplice e di estrema chiarezza Una accurata ricerca sul campo fra veri esperti e venditori di promesse. Il libro del dr. Fantini offre al lettore una bussola con cui orientarsi e dirigersi, per navigare in quel mare di incertezze che è la tricologia“.

Prof. Andrea Marliani Endocrinologo e Dermatologo
Direttore scientifico della Società Italiana di Tricologia
Prevenire e Contrastare la Caduta dei Capelli” 300 pagine a colori, Tecniche Nuove Edizioni Fabrizio Fantini
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Olio essenziale di Rosmarino

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Olio essenziale di Salvia

Olio essenziale di Tea tree

Olio essenziale di Cipresso

Il dottor Andrea Cardini, socio della Società Italiana di Tricologia, medico ed esperto di aromaterapia, studia da anni gli effetti benefici degli olii essenziali sulle alopecie e sulle ipotrichie.

RosmarinoAzione rubefacente, detergente, antisettica, analgesica (clicca qui per saperne di più)
SalviaAzione antisettica, antiseborroica, depurativa, estrogeno-simile
Lavanda, eucaliptoAzione antisettica, analgesica, antiparassitaria
geranio, camomillaAzione cicatrizzante, antisettica, antinfiammatoria
Luppolo, finocchioAzione estrogeno-simile
Limone, pompelmo, mandarinoAzione di stimolazione linfatica
tea treeAzione antisettica, fungicida, antinfiammatoria, cicatrizzante
Azione degli olii essenziali


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Olio essenziale di Tea tree e capelli

Olio essenziale di Tea tree e capelli

L’olio essenziale di Melaleuca alternifoglia, è uno degli oli essenziali più conosciuti nell’ambito della Aromaterapia. Grazie alle sue proprietà germicide e antisettiche lo si utilizza per preparare creme topiche neutre per contrastare acne, brufoli e seborrea.

I marinai del Capitano Cook usarono le foglie di questo albero come tisana rinfrescante quando colonizzarono le coste meridionali dell’Australia, per questo motivo l’olio essenziale di melaleuca è chiamato Tea tree, anche se non c’entra niente con il the.

Il primo uso riferito della pianta M. alternifolia che presumibilmente sfruttò le proprietà antisettiche fu l’uso tradizionale degli aborigeni Bundjalung nel nord del New South Wales. Le foglie schiacciate degli “alberi del tea tree” venivano inalate per curare la tosse e il raffreddore o erano usate sulle ferite, dopo di che veniva applicato un cataplasma

Inoltre, le foglie dell’albero della Melaleuca erano utilizzate per preparare un infuso per curare il mal di gola o i disturbi della pelle

Impiegato in gran parte per le sue proprietà antimicrobiche, l’olio essenziale è aggiunto come ingrediente attivo in molte formulazioni topiche usate per trattare le infezioni cutanee. È ampiamente disponibile al banco in Australia, Europa e Nord America ed è commercializzato come rimedio per vari disturbi.

Componenti: l’olio di Melaleuca è composto principalmente da idrocarburi terpenici, principalmente monoterpeni, sesquiterpeni e alcoli associati. I terpeni sono idrocarburi volatili, aromatici e possono essere considerati polimeri di isoprene, che ha la formula C 5 H 8 . 

Come si usa: lo shampoo con olio essenziale di Melaleuca al 5% ha dimostrato miglioramenti statisticamente significativi per quanto riguarda la comparsa di forfora, seborrea e prurito rispetto al controllo.

Si possono aggiungere due-tre gocce di olio essenziale di Melaleuca nello shampoo per contrastare la Malassezia furfur e la seborrea.

Complessivamente, l’olio essenziale di Melaleuca al 5% è ben tollerato e sembra essere efficace nel trattamento della forfora da lieve a moderata.

“Treatment of dandruff with 5% tea tree oil shampoo” Andrew C Satchell 1, Anne Saurajen, Craig Bell, Ross StC Barnetson.J Am Acad Dermatol 2002 Dec;

L’effetto antimicrobico sul propionibacterium acnes dell’olio essenziale di Tea Tree potrebbe aprire nuove prospettive per contrastare la alopecia androgenetica, in quanto sono stati rilevati maggiori concentrazioni del P. Acnes a livello del vertice in soggetti con la calvizie comune. Leggi l’articolo sul P.acnes, alopecia androgenetica e microbioma del follicolo pilifero

Antimicrobial effects of tea-tree oil and its major components on Staphylococcus aureus, Staph. epidermidis and Propionibacterium acnes” A Raman 1, U Weir, S F Bloomfield. Lett Appl Microbiol 1995 Oct;

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Come evitare i venditori di false promesse

Come evitare i venditori di false promesse

Qualche anno fa feci “un’indagine” sui cosiddetti venditori di false promesse in collaborazione con la Federconsumatori. Il fatto che non fossi conosciuto e che il mio primo libro non fosse ancora pubblicato mi permise di compiere l’indagine in prima persona. Le pubblicità sulle reti locali e sui giornali a volte con tiratura nazionale mi avevano spinto a effettuare questa faticosa ma divertente ricerca sui centri tricologici. Lo scopo principale era quello di far sapere al lettore in che cosa consistevano le terapie, se era presente un medico, quanto costavano i trattamenti e da chi venivano effettivamente effettuate le visite.

I risultati della mia ricerca erano stati veramente interessanti, giacché il mercato legato ai problemi di capelli è molto redditizio e le sedi presenti in Italia sono centinaia. I costi erano e sono elevatissimi, dai 400 ai 5000 euro per terapie senza basi scientifiche.

Medico, tricologo professionista o venditore di false promesse?

In nessuna sede ero stato visitato da un medico (tranne una), nessuno di questi signori aveva specificato  esattamente le terapie e solo dopo le mie ripetute insistenze avevo avuto alcune sospettose risposte:

Puoi trovare l’intera indagine sui “Venditori di false promesse” su “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli” seconda edizione clicca qui

trattamenti composti da formulazioni speciali che agivano in associazione tra loro (ma senza specificare che sostanze fossero)“; qualcuno, dopo le mie insistenze mi confessava che si trattavano di fiale di propoli e pappa reale, trattamenti con ozono e impacchi di argilla, massaggi e pompaggio con ventose, il tutto per dei costi esagerati e ingiustificati. Spesso le fiale miracolose venivano preparate ad hoc per me in Svizzera per soli 2300 euro!!

Alcuni mi avevano proposto di pagare in nero e in contanti la metà della cifra pattuita, ma quanta fatica sapere il prezzo finale! Altri ancora mi hanno proposto contratti con penali da risarcire in caso di rinuncia dell’accordo. È bene dunque non firmare niente e far attenzione a non farsi ingannare.

Ultimamente ha preso piede il bussines degli autotrapianti low cost, questi centri al di fuori dei confini italiani ma con agenzie di viaggi nel nostro paese, promettono risultati eclatanti puntando tutto sui prezzi stracciati, facendo vedere su internet i risultati prima e dopo di attori americani e di personaggi dello spettacolo come che fossero attinenti in qualche maniera alla loro attività.

L’intervento di autotrapianto va effettuato da un chirurgo della calvizie altamente specializzato, un anestesista e infermieri iper qualificati. Occhio alle fregature

La cosmetologia è una disciplina seria, che può dare buoni risultati per quanto riguarda la prevenzione e il miglioramento estetico dei capelli se effettuata da operatori qualificati. I prezzi non possono e non devono raggiungere le migliaia di euro

Se volete raccontarmi una vostra esperienza con i venditori di false promesse potete scrivermi al mio indirizzo e-mail o mandarmi un messaggio privato su facebook o twitter (Fabrizio Fantini)

adifesadelconsumatore@gmail.com

Il tutto rimarrà rigorosamente anonimo

Riassumendo

Diffidare di promesse miracolose

•    Chiedere se verrà fatta una visita da un medico (a volte ti dicono che il medico c’è, ma nel tuo caso non c’è bisogno della sua presenza)

•    Visite e valutazioni diagnostiche sono di pertinenza del medico

•    Farsi spiegare di che tipo saranno le terapie

•    Non firmare contratti senza avere ben letto le clausole

•    Diffidare di preventivi con costi eccessivi

•    Accettare un trattamento cosmetico solo a prezzi ragionevoli

Affidarsi a medici e tricologi affidabili, il più delle volte iscritti alla società più conosciuta a livello Europeo, la Società Italiana di Tricologia. Sì, anche in questo campo l’Italia è all’avanguardia

Guarda un estratto della mia indagine

Tratto da “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli” Fabrizio Fantini

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Le patologie dei capelli sono di sola pertinenza del medico e chi avesse un problema di questo tipo lo consulti prima di iniziare qualsiasi terapia. L’autore declina ogni responsabilità per eventuali conseguenze nocive derivanti dall’utilizzo di sostanze e farmaci elencate senza una indispensabile supervisione medica.

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I sei Pilastri per combattere la calvizie♀♂ : Punto 5  riduzione dello stress mediante attività fisica e meditazione

I sei Pilastri per combattere la calvizie♀♂ : Punto 5 riduzione dello stress mediante attività fisica e meditazione

  • Lo stress è nemico dei capelli in quanto provoca rilascio in eccesso di ormoni come l’adrenalina e il cortisolo che sono in grado di provocare telogen effluvium e stress ossidativi (formazione di radicali liberi).
  • Per combattere lo stress bisogna cercare di pianificare e organizzare il proprio tempo.
  • Partecipare a un gruppo o a una attività sociale minimo una volta al mese
  • Fare una attività fisica moderata almeno mezz’ora al giorno insieme a degli esercizi con pesi leggeri e 15 minuti di allungamenti.
  • L’alimentazione e lo stile di vita possono modificare in parte i ritmi biologici del nostro organismo. Curare quindi alimentazione e stile di vita
  • Avere un hobby o una attività gratificanti
  • Praticare una forma di rilassamento profondo almeno tre volte alla settimana
  • Non abusare di fumo, alcool, caffeina e psicofarmaci.

Su consiglio dello specialista usa sostanze adattogene per brevi periodi (Ginseng, Eleuterococco, Rhodiola)

Perché lo stress fa perdere i capelli

Nella nostra “battaglia” per contrastare la calvizie comune bisogna affrontare e cercare di risolvere lo stress fisico e psichico. Nei capitoli precedenti si è visto come il più delle volte è possibile fermare la caduta dei capelli con l’utilizzo di finasteride, lozioni agli estrogeni per il sesso femminile e di alcune sostanze naturali per entrambi. Ma bloccare il DHT non è sufficiente, bisogna occuparsi anche di eventuali dermatite seborroica ed infiammazione, utilizzando farmaci antifungini e antinfiammatori (ad esempio ketoconazolo).

Con una dieta adeguata abbiamo controllato il delicato e complesso equilibrio ormonale del nostro corpo, evitando anche alcune condizioni fisiologiche che possono favorire la perdita dei capelli. Lo stress può provocare telogen effluvium sia acuto, sia cronico, fattori che mandano all’aria l’efficacia delle nostre strategie anticalvizie e compromettono tutti i nostri sforzi. Di solito lo stress è un fattore  positivo che ci permette di affrontare le avversità in maniera efficiente e ci consente di reagire agli eventi quotidiani con equilibrio.

Mantiene vitali le nostre capacità d’apprendimento, di memoria, d’attenzione, permettendoci di risolvere i piccoli e grandi problemi della vita quotidiana. Quando però gli stimoli stressori prendono il sopravvento e l’organismo non è più in grado di reagire in maniera positiva cominciano i problemi. Lo stress diventa una condizione fisica e psicologica di malessere, di stanchezza, che ci tiene spesso in tensione e che non ci permette di vivere in maniera serena e tranquilla. Hans Seyle uno dei pionieri dello studio sullo stress, definì la risposta dell’organismo ad una condizione avversa “sindrome da stress biologico”…continua

Tratto da “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli

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Autotrapianto di capelli

Autotrapianto di capelli

La tecnica chirurgica dell’autotrapianto di capelli è ormai una metodica sofisticata e efficace che ci permette di poter combattere la calvizie con un’arma in più. La tecnica dell’autotrapianto permette di trapiantare capelli della zona dietro la nuca non soggetti a caduta e impiantarli nelle zone calve.

  • L’autotrapianto di capelli consente di ottenere risultati permanenti, in quanto la maggior parte dei capelli prelevati dalla nuca e impiantati nell’area calva non cadranno (circa l’ 80-90%).
  • Una cicatrice di circa 12-15 cm di lunghezza rimarrà dietro la nuca (area donatrice) nascosta dai capelli.
  • La caduta dei capelli circostanti all’area calva si deve essere stabilizzata, se no si incorre al rischio del diradamento dei capelli intorno all’area del trapianto.
Prima, foto Toscani Marco
  • Maggiore sarà l’area da ricoprire, minore sarà la densità finale raggiunta.
  • Maggiore sarà la densità dell’area donatrice, più capelli si potranno impiantare nell’area calva.
  • Per avere un buon rinfoltimento occorre nella maggior parte dei casi sottoporsi a più di una seduta.
  • Il numero di capelli trapiantabile in una singola seduta varia a seconda della densità dei capelli e dalla grandezza della striscia prelevata
  • Lo stesso numero di capelli impiantati ma di colore e di diametro diversi possono dare risultati diversi.
  • continua…Troverai l’intero capitolo su “Prevenire e contrastare la caduta dei capelli” Tecniche nuove edizioni
Dopo, foto Toscani Marco

FUE

La tecnica FUE (follicular unit escission) è una nuova tecnica chirurgica che consiste nel prelevare le unità follicolari dalla zona dietro la nuca per poi impiantarli nella zona calva. Con questa tecnica non c’è più bisogno di asportare una striscia di pelle come nell’autotrapianto tradizionale e i follicoli vengono asportati sfruttando una area della zona posteriore del capo molto più ampia (circa 30cm x 15cm).

Il paziente deve rasare una gran parte della zona posteriore del capo e gli rimarranno dei minuscoli fori che corrispondono alle aree dei prelievi. Il chirurgo innesta poi follicoli nella zona calva come nella tecnica dell’autotrapianto. I   follicoli dei capelli sono estratti uno ad uno dalla parte donatrice (nuca) e riimpiantati con un unico strumento.

La tecnica F.U.E. a cura del Prof. Marco Toscani

La Fue (escissione di Unità Follicolare ) è un metodo considerato minimamente invasivo per il rinfoltimento dei capelli, perché non prevede l’utilizzo di losanghe di cuoio capelluto prelevate dalla regione nucale. Il procedimento F.U.E. non comprende le procedure comunemente conosciute come ‘strip extraction’; non viene quindi effettuato nessun taglio e nessuna rimozione di cute dallo scalpo. Sebbene il prelievo della striscia singola sia un metodo molto efficace per ottenere il tessuto da cui isolare le unità follicolari, esso comporta la formazione di una cicatrice lineare. Se la tecnica viene realizzata in modo scrupoloso, prelevando strisce sottili , le cicatrici che ne derivano saranno impercettibili, ma se le strisce prelevate sono di dimensioni eccessive, le cicatrici possono diventare inaccettabili.
Di conseguenza numerosi pazienti non sono propensi a sottoporsi a una procedura che comporta un’estesa cicatrice lineare potenzialmente difficile da trattare; Inoltre è necessario radere a zero i pazienti e spesso ciò non viene accettato di buon grado soprattutto nel sesso femminile. I follicoli dei capelli sono estratti uno ad uno dalla parte donatrice (nuca) e riimpiantati con un unico strumento.  

Visto  che le pinzette utilizzate sono molto sottili, la tecnica FUE lascia dei puntini come unici segni nella zona donatrice che possono essere notati solo da vicino.

Il micromotore  

Si tratta di un apparecchio elettrico a velocità di rotazione variabile, che viene usato anche dai dentisti. Recentemente, l’utilizzo micromotore è diventato popolare nella tecnica FUE, in  quanto è in grado di estrarre più velocemente gli innesti.

La FUE è indicata nei seguenti casi :

 sufficienti innesti per soddisfare le sue necessità;

– nei pazienti con perdita di capelli limitata

– quando anche la presenza di una cicatrice lineare sottile è inaccettata (soggetti che si radono a zero i capelli o li portano sempre molto corti),

–  quando il paziente richiede la FUE nei pazienti con alopecia in piccole aree calve del vertice;

– per aree estetiche limitate, come le punte centrali, le sopracciglia, le ciglia, i baffi;

– per aree limitate di alopecia secondaria a condizioni dermatologiche;

– nel trattamento di ampie zone cicatriziali secondarie a prelievo tradizionale dello strip;

– nei pazienti con insufficiente elasticità del cuoio capelluto per l’escissione di una striscia;

– per processi cicatriziali dovuti a condizioni dermatologiche, traumi o procedure neurochirurgiche;

– per soggetti con aree donatrici molto deturpate da una cicatrice, con conseguente difficoltà a realizzare una incisione lineare:

– nei pazienti che tendono a formare cicatrici lineari ampie o ispessite o cheloidee.

– nei pazienti che hanno eccessiva paura del dolore o delle cicatrici;

– quando il corpo o la barba fungono da aree donatrici.

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Prof. Marco Toscani dermatologo e chirurgo plastico Clicca qui per saperne di più

Prof. Marco Toscani
Dermatologo e chirurgo plastico

Trova l’intero capitolo sulla CHIRURGIA CALVIZIE DA PAGINA 217 A PAG 236 DI PREVENIRE E CONTRASTARE LA CADUTA DEI CAPELLI

Vitamina D e alopecia areata

Vitamina D e alopecia areata

La vitamina D è una delle vitamine più importanti del nostro organismo per le sue capacità antinfiammatorie e immunomodulanti.

In questi ultimi decenni è stata oggetto di ampi studi sulla popolazione anche perchè spesso si è riscontrato una carenza generale a livello ematico delle sue concentrazioni, soprattutto nei periodi invernali o alle latitudini Nord dove l’irradiazione solare è minore.

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La vitamina D svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo osseo regolando i livelli sierici di calcio e fosforo.

La vitamina D inattiva assunta con la dieta o grazie alla sintesi dei cheratinociti della epidermide con l’esposizione dei raggi ultravioletti del sole, viene successivamente convertita nel fegato e nei reni nella forma attiva. I passaggi principali della sua produzione sono questi

  1. La provitamina D (7- deidrocolesterolo) viene convertita in Vitamina D3 dalle cellule cheratiniche della pelle a seguito dell’esposizione dei raggi ultravioletti (lunghezze d’onda tra 290 e 315 nm)
  2. La vitamina D3 arriva al fegato tramite il circolo ematico e viene convertita in Vitamina D2
  3. La vitamina D2 viene idrossilata nei reni in calcitriolo (1,25(OH)2 D3)

7-deidrocolesterolo: provitamina D

Colecalciferolo: Vitamina D3

ErgoCalciferolo: Vitamina D2

Calcitriolo: Vitamina D3 attiva

Il calcitriolo aumenta l’assorbimento del calcio nell’intestino favorendone i depositi nelle ossa, per quanto riguarda l’alimentazione la vitamina D è contenuta in discrete quantità negli oli e soprattutto nel pesce grasso (pesce azzurro).

Il metabolismo osseo viene controllato anche dal Paratormone che promuove l’escrezione renale di fosfato e attiva l’assorbimento di calcio in condizioni di ipocalcemia

In caso di ipercalcemia la calcitonina stimola l’escrezione di calcio e fosfato nelle urine e il deposito di calcio nelle ossa

Numerosi studi in questi ultimi decenni hanno correlato basse concentrazioni nel sangue di vitamina D al diabete di tipo I, all’obesità, alle malattie cardiovascolari , al Parkinson, alla depressione e alla distimia, alla sclerosi multipla e alle malattie autoimmuni

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A livello muscolare la vitamina D è in grado di favorire la contrazione muscolare, attivando meccanismi di trasporto del calcio a livello del reticolo sarcoplasmatico e stimolando la sintesi di proteine muscolari.

In effetti la Vitamina D è capace di esplicare svariate funzioni e tramite i VDR recettori ubiquitari e specifici nelle cellule del nostro organismo è in grado di entrare nel nucleo e promuovere la produzione di proteine, oppure si lega a un recettore della membrana cellulare e attiva l’AMP ciclico, l’inositolo o il disailglicerolo, secondi messaggeri cellulari in grado di attivare le risposte della cellula a determinati stimoli.

I recettori VDR per la vitamina D sono presenti nei macrofagi, nel tessuto renale, negli osteoblasti, nei cheratinociti, a livello del Colon, della Mammella e della prostata. La presenza dell’enzima 1 alfa-idrossilasi in questi altri distretti corporei implica una produzione paracrina (locale) di vitamina D attiva la cui funzione esula dalla omeostasi del tessuto osseo.

In questi casi la funzione della vitamina D attiva è quella di contribuire a modulare la crescita cellulare e antiproliferativa (antitumorale)

la presenza dei recettori VDR nel tessuto renale e la correlazione tra il deficit di vitamina D e i bassi livelli di renina, indicano che potrebbe essere coinvolta nella regolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone e quindi della pressione arteriosa.

Il recettore VDR è presente anche nelle isole del Pancreas, la vitamina D è in grado di promuovere la sintesi dell’insulina.

La Vitamina D è importante anche per il sistema immunitario in quanto agisce sui linfociti T e B e sulle cellule della linea monocita-macrofagica

La fonte principale di vitamina D è il sole, quindi occorre esporsi ai raggi solari almeno 15-30 minuti al giorno, lasciando liberi viso, mani e braccia senza creme protettive.

I cibi che contengono vitamina D non sono tanti: per quanto riguarda le fonti animali (vitamina D3) il pesce azzurro (tonno,salmone, sardine, sgombro) tuorlo d’uovo e latticini ne hanno quantità apprezzabili, mentre le fonti vegetali sono poche(vitamina D2) soprattutto gli oli vegetali.

La vitamina D2 di origine vegetale è meno biodisponibile rispetto alla D3 di origine animale, in quanto la proteina che trasporta il gruppo delle pro-vitamine D nel sangue per raggiungere il fegato, la DPB (Vitamin D binding protein) è più affine alla D3, e quindi la vitamina D attiva deriva maggiormente da quest’ultima.

Vitamina D e Alopecia Areata

Individuare una carenza di vitamina D in una alopecia areata può essere un fattore in più da non trascurare per poter cercare di risolvere questa patologia, non dannosa per la salute, ma spesso problematica perchè può far perdere autostima a livello psicologico e sociale.

La vitamina D modula la crescita e la differenziazione dei cheratinociti attraverso il legame con il recettore nucleare della vitamina D (VDR). I cheratinociti del follicolo pilifero negli studi sulle cavie sono immunoreattivi per VDR, mostrando la loro più alta attività nella fase anagen

S. Lee et al. ha condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di studi osservazionali sulla prevalenza della carenza di vitamina D e / o dei livelli sierici di vitamina D e AA . Questi autori hanno analizzato un totale di 14 studi che hanno coinvolto 1255 pazienti con AA e 784 pazienti di controllo senza AA. (J Eur Acad Dermatol Venereol. 2018)

Il livello medio di 25-idrossivitamina D [25 (OH) D] nel siero nei pazienti con AA era significativamente inferiore rispetto a quello nel gruppo di controllo non-AA, di 8,52 ng / dL (intervallo di confidenza al 95% da 11,53 a – 5,50 ng / dL ). La carenza di vitamina D era anche molto diffusa nei pazienti con AA, portando gli autori a suggerire che il livello di vitamina D deve essere misurato in pazienti con AA.

Daroach M_e altri hanno pubblicato uno studio di confronto tra 30 pazienti con alopecia areata e altrettanti senza questa patologia, valutando le carenze di vitamina D. Entrambi i gruppi erano carenti della vitamina: il gruppo con AA il 96,7% aveva una carenza di vitamina D e la concentrazione di questa non era correlata con la gravità e la durata della alopecia. Anche nel gruppo di controllo la carenza era nel 73,3% dei casi. (Int J Dermatol. 2018)

In uno studio recente pubblicato su Dermatology and Therapy dall’Unità di Dermatologia del Dipartimento di Scienze cliniche e molecolari di Ancona (giugno del 2020) in 35 pazienti con Alopecia areata lieve e moderata, il calcipotriolo in cerotto allo 0,005% (un analogo della vitamina D) ha dimostrato di essere analogo rispetto al cortisosteroide clobetasolo allo 0,05% ma con dei vantaggi importanti come le minori recidive e la migliore tollerabilità

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