Calvizie maschile

La calvizie comune si definisce più correttamente alopecia androgenetica, in quanto occorrono due condizioni precise perché possa manifestarsi: l’ereditarietà e gli ormoni androgeni. Un’alterata sensibilità follicolare degli ormoni androgeni provoca una maggior produzione dell’ormone diidrotestosterone (DHT), che viene convertito perifericamente a partire dal testosterone dall’enzima 5 alfa reduttasi.

Nei soggetti predisposti geneticamente il DHT  è l’effettore del messaggio genetico e provoca la miniaturizzazione del follicolo pilifero. La conseguenza è che il capello si assottiglia sempre di più, diventando alla fine sottile e corto, con conseguente diradamento della capigliatura. Molti pensano che, essendo importante la predisposizione genetica, non ci sia nulla da fare. In realtà le cose non stanno proprio così e basta guardarsi intorno per capire perché. Solo poche persone hanno una calvizie grave con decorso rapido, mentre la maggior parte degli individui presenta un decorso che dura decenni, con momenti di accelerazione e rallentamento del diradamento. Com’è possibile questo? Non era dovuto all’ineluttabile programma genetico?

Molte malattie, ad esempio l’ipertensione arteriosa, sono dette multifattoriali, vale a dire entra in gioco un gruppo di geni con espressività diversa in ogni individuo. La calvizie comune è una di queste, solo che la sua insorgenza a volte si sviluppa già in gioventù; con gli anni il diradamento e il cambiamento del volume e del numero dei capelli diventa evidente. Anche lo stile di vita e l’alimentazione sono molto importanti, perché possono accelerare o frenare l’insorgenza e il decorso della calvizie.

Scala di Hamilton-vietata riproduzione

Le foto e i testi di questo articolo sono protetti dai diritti d’autore

http://fabriziofantini.com/libri/