La vitamina D è una delle vitamine più importanti del nostro organismo per le sue capacità antinfiammatorie e immunomodulanti.
In questi ultimi decenni è stata oggetto di ampi studi sulla popolazione anche perchè spesso si è riscontrato una carenza generale a livello ematico delle sue concentrazioni, soprattutto nei periodi invernali o alle latitudini Nord dove l’irradiazione solare è minore.
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La vitamina D svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo osseo regolando i livelli sierici di calcio e fosforo.
La vitamina D inattiva assunta con la dieta o grazie alla sintesi dei cheratinociti della epidermide con l’esposizione dei raggi ultravioletti del sole, viene successivamente convertita nel fegato e nei reni nella forma attiva. I passaggi principali della sua produzione sono questi
- La provitamina D (7- deidrocolesterolo) viene convertita in Vitamina D3 dalle cellule cheratiniche della pelle a seguito dell’esposizione dei raggi ultravioletti (lunghezze d’onda tra 290 e 315 nm)
- La vitamina D3 arriva al fegato tramite il circolo ematico e viene convertita in Vitamina D2
- La vitamina D2 viene idrossilata nei reni in calcitriolo (1,25(OH)2 D3)
7-deidrocolesterolo: provitamina D
Colecalciferolo: Vitamina D3
ErgoCalciferolo: Vitamina D2
Calcitriolo: Vitamina D3 attiva
Il calcitriolo aumenta l’assorbimento del calcio nell’intestino favorendone i depositi nelle ossa, per quanto riguarda l’alimentazione la vitamina D è contenuta in discrete quantità negli oli e soprattutto nel pesce grasso (pesce azzurro).
Il metabolismo osseo viene controllato anche dal Paratormone che promuove l’escrezione renale di fosfato e attiva l’assorbimento di calcio in condizioni di ipocalcemia
In caso di ipercalcemia la calcitonina stimola l’escrezione di calcio e fosfato nelle urine e il deposito di calcio nelle ossa
Numerosi studi in questi ultimi decenni hanno correlato basse concentrazioni nel sangue di vitamina D al diabete di tipo I, all’obesità, alle malattie cardiovascolari , al Parkinson, alla depressione e alla distimia, alla sclerosi multipla e alle malattie autoimmuni
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A livello muscolare la vitamina D è in grado di favorire la contrazione muscolare, attivando meccanismi di trasporto del calcio a livello del reticolo sarcoplasmatico e stimolando la sintesi di proteine muscolari.
In effetti la Vitamina D è capace di esplicare svariate funzioni e tramite i VDR recettori ubiquitari e specifici nelle cellule del nostro organismo è in grado di entrare nel nucleo e promuovere la produzione di proteine, oppure si lega a un recettore della membrana cellulare e attiva l’AMP ciclico, l’inositolo o il disailglicerolo, secondi messaggeri cellulari in grado di attivare le risposte della cellula a determinati stimoli.

I recettori VDR per la vitamina D sono presenti nei macrofagi, nel tessuto renale, negli osteoblasti, nei cheratinociti, a livello del Colon, della Mammella e della prostata. La presenza dell’enzima 1 alfa-idrossilasi in questi altri distretti corporei implica una produzione paracrina (locale) di vitamina D attiva la cui funzione esula dalla omeostasi del tessuto osseo.
In questi casi la funzione della vitamina D attiva è quella di contribuire a modulare la crescita cellulare e antiproliferativa (antitumorale)
la presenza dei recettori VDR nel tessuto renale e la correlazione tra il deficit di vitamina D e i bassi livelli di renina, indicano che potrebbe essere coinvolta nella regolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone e quindi della pressione arteriosa.
Il recettore VDR è presente anche nelle isole del Pancreas, la vitamina D è in grado di promuovere la sintesi dell’insulina.
La Vitamina D è importante anche per il sistema immunitario in quanto agisce sui linfociti T e B e sulle cellule della linea monocita-macrofagica
La fonte principale di vitamina D è il sole, quindi occorre esporsi ai raggi solari almeno 15-30 minuti al giorno, lasciando liberi viso, mani e braccia senza creme protettive.
I cibi che contengono vitamina D non sono tanti: per quanto riguarda le fonti animali (vitamina D3) il pesce azzurro (tonno,salmone, sardine, sgombro) tuorlo d’uovo e latticini ne hanno quantità apprezzabili, mentre le fonti vegetali sono poche(vitamina D2) soprattutto gli oli vegetali.
La vitamina D2 di origine vegetale è meno biodisponibile rispetto alla D3 di origine animale, in quanto la proteina che trasporta il gruppo delle pro-vitamine D nel sangue per raggiungere il fegato, la DPB (Vitamin D binding protein) è più affine alla D3, e quindi la vitamina D attiva deriva maggiormente da quest’ultima.
Vitamina D e Alopecia Areata
Individuare una carenza di vitamina D in una alopecia areata può essere un fattore in più da non trascurare per poter cercare di risolvere questa patologia, non dannosa per la salute, ma spesso problematica perchè può far perdere autostima a livello psicologico e sociale.
La vitamina D modula la crescita e la differenziazione dei cheratinociti attraverso il legame con il recettore nucleare della vitamina D (VDR). I cheratinociti del follicolo pilifero negli studi sulle cavie sono immunoreattivi per VDR, mostrando la loro più alta attività nella fase anagen
S. Lee et al. ha condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di studi osservazionali sulla prevalenza della carenza di vitamina D e / o dei livelli sierici di vitamina D e AA . Questi autori hanno analizzato un totale di 14 studi che hanno coinvolto 1255 pazienti con AA e 784 pazienti di controllo senza AA. (J Eur Acad Dermatol Venereol. 2018)
Il livello medio di 25-idrossivitamina D [25 (OH) D] nel siero nei pazienti con AA era significativamente inferiore rispetto a quello nel gruppo di controllo non-AA, di 8,52 ng / dL (intervallo di confidenza al 95% da 11,53 a – 5,50 ng / dL ). La carenza di vitamina D era anche molto diffusa nei pazienti con AA, portando gli autori a suggerire che il livello di vitamina D deve essere misurato in pazienti con AA.
Daroach M_e altri hanno pubblicato uno studio di confronto tra 30 pazienti con alopecia areata e altrettanti senza questa patologia, valutando le carenze di vitamina D. Entrambi i gruppi erano carenti della vitamina: il gruppo con AA il 96,7% aveva una carenza di vitamina D e la concentrazione di questa non era correlata con la gravità e la durata della alopecia. Anche nel gruppo di controllo la carenza era nel 73,3% dei casi. (Int J Dermatol. 2018)
In uno studio recente pubblicato su Dermatology and Therapy dall’Unità di Dermatologia del Dipartimento di Scienze cliniche e molecolari di Ancona (giugno del 2020) in 35 pazienti con Alopecia areata lieve e moderata, il calcipotriolo in cerotto allo 0,005% (un analogo della vitamina D) ha dimostrato di essere analogo rispetto al cortisosteroide clobetasolo allo 0,05% ma con dei vantaggi importanti come le minori recidive e la migliore tollerabilità
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