La calvizie il più delle volte non è una vera e proprio malattia e non comporta alcun problema alla nostra salute. Perché allora è così importante avere i capelli? In tutte le società umane, la capigliatura è sempre stata simbolo di bellezza e salute, forza e virilità.
L’attrazione fisica e l’aspetto esteriore sono profondamente condizionati dalla salute dei nostri capelli. È per questo motivo che dopo la pubertà lo stato della capigliatura è un fatto stramaledettamente importante e serio, tant’è vero che il sommo poeta Dante Alighieri ce lo ricorda nel Canto XXVI dell’Ulisse (vv 34-36) citando un passo della Bibbia
E qual colui che si vengiò con gli orsi
Vide il carro d’Elia al dipartire
Quando i cavalli al cielo erti levorsi 36

Il profeta Eliseo (qual colui), schernito da un gruppo di ragazzi per la sua calvizie, invoca contro di essi la punizione divina, dal bosco sbucarono due orsi che ne sbranarono quarantadue (IV re II 23-24). A Dante per descrivere il profeta Eliseo basta un verso, una riga sola. Colui che si vendicò con gli orsi…
“Prevenire e Contrastare la Caduta dei Capelli” 300 pagine a colori, Tecniche Nuove Edizioni Fabrizio Fantini
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Con lo sviluppo e l’evoluzione delle civiltà dell’uomo anche i significati simbolici dei capelli si sono diversificati e differenziati di pari passo con l’evolvere della complessità della società odierna. Ma facciamo un passo indietro nella storia, o meglio nella preistoria. Pensate che sia stata inventata prima la ruota o il pettine?
Prima un opera d’ingegno così importante per i trasporti umani e la tecnologia o un semplice utensile per mettersi in ordine la capigliatura?
Beh probabilmente il pettine è stato inventato 15-20 mila anni prima della ruota cioè nel paleolitico superiore ai tempi in cui il Neanderteal aveva ormai già lasciato il posto all’homo sapiens sapiens, è in questo periodo che appaiono le prime incredibili Veneri del Paleolitico, sculture raffiguranti figure femminili scolpite con raffinata maestria , mentre bisognerà aspettare circa il 5 mila avanti Cristo per poter usufruire della ruota in Mesopotamia.
Le veneri del Paleolitico sono le più antiche raffigurazioni dell’essere umano e prova che già 30.000 anni fa il genere homo, (il robusto Neanderteal o il più raffinato sapiens sapiens) aveva già sviluppato il bisogno di produrre oggetti artistici non per utilità ma per soddisfare una prorompente esigenza estetica. La stessa esigenza estetica che accomuna noi sapiens nel 2020 dopo Cristo
Il particolare più importante e che accomuna tutte le veneri del paleolitico è la straordinaria rappresentazione della capigliatura che risulta l’elemento più curato e raffinato. Il più delle volte il volto non è rappresentato mentre i capelli sono scolpiti con dovizia di particolari e con estrema precisione, come ad esempio la venere di Willendorf dove i riccioli sono resi da questi nodi regolari, distanziati da piccoli fori tra l’uno e l’altro, creando un singolare effetto decorativo.

Da sempre la maggior parte dei popoli della terra ha dedicato una cura minuziosa e attenta della capigliatura diventando un aspetto così potente sul piano simbolico con vere e proprie differenziazioni sul piano sociale e culturale.
Nell’età antica spiccano per raffinatezza e complessità le acconciature della civiltà Minoica Cretese “(2000-1200 a.C.), culla del mondo occidentale. Gli egizi, fin dalla I dinastia (3100 av.), davano primaria importanza alla cura di sé e l’elaborazione complessa di raffinate acconciature supera il semplice gusto estetico per sottolineare invece un valore simbolico, sociale e religioso. una grandissima varietà di pitture, sculture e rilievi scandiscono le epoche storiche della plurimillenaria dinastia egiziana.
Nella antica Grecia la mitologia e i più sofisticati significati simbolici si arricchiscono in maniera e in forme così originali e complesse che influenzano ancora l’iconografia e l’immaginario dei giorni d’oggi.

Solo l’infinita bellezza dei capelli e delle forme di medusa, l’unica mortale delle tre gorgoni, avrebbe potuto far innamorare il grande Poseidone nel tempio di Atene.
La civiltà romana al pari di quella greca e egizia attribuisce alla cura dei capelli e al suo ornamento nuovi e complessi significati simbolici che caratterizzano il lungo periodo di dominazione romana del mondo conosciuto. La calvizie era considerata un nemico da sconfiggere e come vediamo anche nella società di oggi un segnale di debolezza, insuccesso e vecchiaia sia nell’uomo che nella donna. L’utilizzo di parrucche realizzate con capelli veri provenienti dalle colonie era di uso comune nelle classi agiate e usata anche dagli uomini, serviva per nascondere la calvizie..continua
Tratto da “Le singolari differenze simboliche delle acconciature nella storia e nell’arte” Fabrizio Fantini leggi seconda parte
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“Un libro sui capelli e sulla calvizie dedicato agli utenti. Una capacità; di scrittura invidiabile. Un linguaggio semplice e di estrema chiarezza Una accurata ricerca sul campo fra veri esperti e venditori di promesse. Il libro del dr. Fantini offre al lettore una bussola con cui orientarsi e dirigersi, per navigare in quel mare di incertezze che è la tricologia“.

Prof. Andrea Marliani Endocrinologo e Dermatologo
Direttore scientifico della Società Italiana di Tricologia
“Prevenire e Contrastare la Caduta dei Capelli” 300 pagine a colori, Tecniche Nuove Edizioni Fabrizio Fantini